Passi falsi del genere, sono obiettivamente inconcepibili per una realtà matura come Betfair. C’è la netta sensazione che dal punto di vista della comunicazione, in questa fase, si esageri col sottolineare gli svantaggi dei bookmakers (che, comunque, esistono), piuttosto che puntare forte sui vantaggi e sulle possibilità delle piattaforme exchange. Potremmo azzardare un paragone con l’ambito automobilistico: è come se una Ferrari decidesse di fare uno spot per paragonarsi ad una 500, cercando di ampliare gli evidenti difetti di quest’ultima.
A parte la gaffe, ci sono da considerare le inevitabili conseguenze dal punto di vista dell’immagine del brand Betfair. In più, c’è l’aggravante: questa è la seconda volta che Betfair viene pizzicata dall’ASA. A febbraio è stata colpita l’imponente campagna pubblicitaria per il lancio del suo nuovo casinò. Negli spot veniva omesso che per ricevere un bonus di accesso da 20 sterline, i nuovi clienti avrebbero dovuto giocare almeno 800 sterline in sette giorni.
Betfair provi a puntare sulla trasparenza, sulla semplicità e sulla chiarezza. Le uniche vere caratteristiche apprezzate dai clienti. In ogni ambito.
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