Il decreto Alfano, approvato dal consiglio dei ministri, prevede per le frode antisportive la reclusione fino a sei anni (prima era al massimo un anno) e anche la multa aumenta, arrivando fino a 4.000 euro «per chiunque offra o prometta denaro o altra utilità o vantaggio a taluno dei partecipanti ad una competizione sportiva organizzate da enti sportivi riconosciuti dallo Stato e dalle associazioni ad essi aderenti, al fine di raggiungere un risultato diverso da quello conseguente al corretto e leale svolgimento della competizione», se poi il risultato della competizione è «influente ai fini dello svolgimento di concorsi, pronostici e scommesse regolarmente esercitati», allora «la pena della reclusione è aumentata fino a tre anni e una multa che sale fino a 100.000 mila euro contro i precedenti 25.822 euro al massimo».
Per il tifo violento pene per un minimo di tre anni, i recidivi potranno applicarsi le misure di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, estendendo nei loro confronti una disciplina oggi riservata agli indiziati di appartenenza ad organizzazioni di tipo mafioso o terroristico.
Il Ministro dell’Interno Alfano, nel corso della conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri che ha dato il via libera al decreto, ha affermato che "L'obiettivo del decreto è quello di restituire il pallone agli italiani e far giocare metaforicamente i bambini.”
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